Eccomi a raccontarvi di un altro libro candidato al Premio Strega di quest’anno.
Lux, di Eleonora Marangoni, è una storia che si srotola in un tempo non ben definito, in cui però il tempo la fa da padrone tra ricordi e rimpianti. E la luce che dà il titolo al romanzo è di una particolare lunghezza d’onda che rende tutto più magico, accarezzandolo, preservandolo e donando a tutto un nuovo significato. Ognuno di noi si potrebbe rivedere nel protagonista, che non sa bene come raggiungere quello che però sente che gli appartiene. È un romanzo pervaso da un grande amore, un amore lontano nel tempo e nello spazio, ma che riesce a sopravvivere.
Il lettore lo sa, anche se non apertamente, ma piccoli sassolini raccolti lungo le pagine gli fanno ristrutturare una costruzione solida e duratura.
Questa storia prova a raccontarci di altri modi di vedere le cose, da altre prospettive, sotto una luce diversa. Da una perdita, una sconfitta, ci insegna a risorgere, sotto una nuova luce; quella luce che l’autrice ha forse visto e scelto di essere incarnata nella luce di un’isola minuscola del sud Italia, difficile da raggiungere, nata forse per caso “da una dimenticanza nell’atto della creazione”.
Un puntino pulsante nell’universo, in cui le storie dei protagonisti convergono e da cui si irradieranno luminosamente fino a toccare gli angoli più remoti.
Questo, la luce, può.