Un libro duro e non facile da concepire, preparare e scrivere.
L’autore ci riesce molto bene; tanto è che, meritatamente, vince con questo lavoro vince il Premio Campiello 2019.
Ritrovo uno studio a priori meticoloso e accurato. Raccontare di personaggi storici non è sicuramente un affare da poco; quando poi si intersecano in un romanzo più piani di lettura, tenere strette le redini del tutto e dosare con giudizio i tre punti di vista dei narratori non è né uno scherzo né lo si inventa dall’oggi al domani.
Tre narratori ed epoche diverse raccontano una storia non semplice, in alcuni punti estremamente dura e che dipinge figure al limite del mostruoso.
La scelta e il suo significato sono la chiave di lettura di questo lavoro: le scelte portano a conseguenze e a volte non sono scelte che si sarebbero fatte volontariamente, ma sono indotte, vanno prese anche contro la propria volontà.
Le conseguenze saranno evidenti e ben visibili, che lo si voglia o meno.
A volte hanno sembianze orride che si prova a celare in tutti i modi, pensando che questo possa bastare a poter affermare che non esistano.
Nascondere la bestia equivale a nascondere la parte oscura che ognuno di noi respinge nella parte più profonda della propria coscienza. Non è necessariamente un delitto efferato, ma anche il leggero velo grigio di un’omissione lasciata correre durante una conversazione e che va ad accomodarsi laggiù, in quel posticino oscuro e apparentemente lontano e sicuro.
Io l’immagino così.
La bestia nascosta può crescere nel tempo, alimentata da conseguenze di altre scelte simili all’originaria. Sta a noi decidere se continuare a nutrirla o scegliere di far pulizia, aprire quell’antro buio e far entrare una ventata d’aria fresca.