Vi è capitato mai di ridere da soli leggendo le pagine di un libro?
Sentirvi parte di quella scena, spettatori sul palco di una pièce teatrale acclamata da pubblico e critica?
Beh, a me è successo leggendo questo romanzo di Patrick Dennis, pseudonimo di Edward Everett Tanner III del quale, nell’appendice del libro si racconta la biografia alquanto rocambolesca e fuori dagli schemi.
Neanche Zia Mame è certamente una donna che possa essere incasellarsi (che orrore! Mi pare di sentirla ) dalla società politicaly correct statunitense; al contrario è una donna (prima caratteristica fuori dall’ordinario) degli inizi del ‘900 (seconda caratteristica) non sposata (terza!), autosufficiente (quarta), libera (quinta), che alleva, secondo un’educazione liberale e moderna per i tempi, un nipote rimasto orfano – e qui allunghiamo a dismisura le caratteristiche non convenzionali della protagonista.
La vita di Patrick accanto all’eccentrica Zia Mame è una cavalcata che attraversa decenni, contrassegnati anche da momenti difficili come la guerra, ma riportati con una penna leggera e briosa dal nipote, che mai si perde d’animo, neanche di fronte alle pene d’amore e alle difficoltà scolastiche e lavorative.
Ogni capitolo è un racconto di un frammento della sua vita e della sua crescita, caratterizzate dai vistosi orpelli di Zia Mame – immancabilmente presenti sulla copertina rosa, che ho adorato – che indossa molteplici maschere e veste i panni di diverse tipologie di donne, che vanno a finire in una nuvola di piume e di braccialetti tintinnanti, nel momento stesso in cui, giunta al limite della sopportazione, esplode come una pentola a pressione, mentre il lettore esplode in altrettante fragorose risate; alla fine è Zia Mame a riportare le cose al proprio posto e ne rimane soddisfatta, insieme al lettore che è sempre al suo fianco, perché dalla prima pagina in cui l’ha incontrata empatizza fortemente con questo personaggio e continua a girare le pagine con il sorriso sulle labbra.