“Ancelle, ornamenti, ragazze elettriche” perché il 25 novembre non debba più esistere

Ti ho già raccontato della mia militanza nel campo della lotta contro la violenza sulle donne, e ti ho già detto che 25 novembre e 8 marzo per me pari son: un’occasione per riflettere, per confrontarsi, per esporsi. Oggi è il 25 novembre e come ogni anno ricorre la Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne, una data che vorremmo poter cancellare dal calendario ma che, finché c’è, dobbiamo cercare di sfruttare il più possibile per sensibilizzare e istruire. Finché vedrò una delle mie alunne che inizierà a esigere rispetto da un ragazzo, finché vedrò uno dei miei alunni iniziare a capire perché certi atteggiamenti verso le ragazze sono tossici e da combattere, vorrà dire che la voce che ogni anno – ogni giorno – metto a disposizione per questa causa non sarà sprecata.

Quest’anno la commissione pari opportunità del Comune di Suvereto, in collaborazione con Ente Valorizzazione di Suvereto, mi ha invitata ad animare un incontro su questo tema. Quello che ho proposto è un mix di lettura e discussione su temi relativi alla posizione femminile nella nostra società, dal titolo Ancelle, ornamenti, ragazze elettriche: viaggio distopico nella violenza sulla donna.
Partendo dalla lettura scenica di estratti da alcuni testi di riferimento nel campo della letteratura distopica cercherò di entrare e uscire dalla dimensione scenica, in dialogo con il pubblico, per tracciare un percorso di riflessione su contemporaneità e tutela dei diritti delle donne. Non sarà facile, ma so con tutta me stessa che sarà bello e spalancherà la testa di chi assisterà, come ogni volta che tiro in ballo la distopia per parlare del presente.
Perché proprio la letteratura distopica? Perché è il genere che riesce meglio a guardare dritto negli occhi il nostro tempo e a formulare ipotesi che, in quanto spesso sconvolgenti, possono stimolare desiderio di approfondimento e prese di posizione.

 

Se sei in zona, ti aspetto domani, 26 novembre 2019, al Museo di Arte Sacra di Suvereto, dalle 17.30 in poi. Se sei lontano, ecco una lista di letture che potrebbero farti compagnia in questa giornata e nei giorni a venire.

TRE SAGGI, PER INIZIARE: Tutte le ragazze avanti, una raccolta di pezzi sulla teoria e la pratica del femminismo oggi, a cura di Giusi Marchetta e con contributi di Marzia D’Amico, Giulia Gianni, Giulia Perona, Giulia Cavaliere, Maria Marchese, Lucia Brandoli, Marta Corato, Marina Pierri, Claudia Durastanti, Giulia Sagramola e Giulia Blasi.  È un volume agile, pensato per le ragazze più giovani, ma che può essere un buon trampolino per recuperare le basi. Specialmente se sei una donna che ha sempre annunciato “Io non sono femminista” perché volevi apparire moderna, ma ti sei accorta che un elegante silenzio sarebbe stato meglio, o se sei quella che di fronte a chi fa affermazioni di questo tipo vuole delle frasi brevi e incisive che possano testimoniare perché “io non sono femminista” è una frase che nessuno, nella nostra società, può permettersi di dire.
Gli uomini mi spiegano le cose – riflessioni sulla sopraffazione maschile, in cui Rebecca Solnit parte dal raccontare la sua esperienza (che è anche la tua, scommetto) di donna preparata e competente a cui gli uomini si sentono in dovere di spiegare quello che lei sa già, per poi riprendere il filo delle radici del patriarcato e della lotta – che deve partire dalla mente – alla sopraffazione maschile.
Libere tutte – dall’aborto al velo, donne nel nuovo millennio (Cecilia D’Elia e Giorgia Serughetti) in cui si fa il punto della situazione sul presente, sulle nuove sfide e le nuove minacce che le donne vivono al giorno d’oggi. Perché la società non sta ferma, e noi dobbiamo cercare di non arretrare.

C’è ancora bisogno di femminismo. Questa parola, che alcuni hanno archiviato troppo presto, ritrova oggi il suo significato di battaglia per la libertà. Per tutte le donne. E per tutti gli uomini che vogliono camminare con loro.

DUE CAPISALDI: Il racconto dell’ancella di Margaret Atwood e Ragazze Elettriche di Naomi Alderman. Non mi stancherò mai di consigliare Alderman, che troppe persone ancora non conoscono, e finché continuerò a trovare, su un gruppo di dieci persone, anche una sola che non ha mai sentito parlare del Racconto dell’ancella, continuerò a descrivere il mondo claustrofobico in cui la donna è precipitata nella distopia di Atwood. Quando parlo di società totalmente dominate dall’uomo, spesso qualcuno afferma che sarebbe meglio una società dominata dalle donne. Ed ecco che servo Alderman, con il suo mondo di sopraffazioni, violenza e corruzione. Che le donne, una volta che è arrivato il loro turno di comandare, scagliano contro gli uomini. “Non è un bello scenario neanche quello,” si conclude a questo punto. “Forse basterebbe un po’ di parità in più”.

DA UNA LATITUDINE INSOLITA: Ornamento (Juan Cardenas) – quando parliamo di fantascienza ci va subito la mente al panorama anglofono, e diciamo che non abbiamo tutti i torti perché Gran Bretagna e Stati Uniti ci battono tutti con l’esperienza. Eppure l’America Latina può riservarci molte sorprese piacevoli, anche nel raccontarci storie spiacevoli come questa, la storia di un medicinale che viene testato solo sulle donne e che a un certo punto sfugge di mano e presenta degli effetti collaterali niente male…

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