Se sapessimo di che cosa abbiamo bisogno, non avremmo bisogno dell’amore
così inizia e così termina l’ultimo romanzo di Chiara Gamberale, L’isola dell’abbandono.
Nello scorrere del romanzo si intrecciano stati d’animo che come cardine emotivo hanno sempre l’abbandono dopo essersi dati per farsi amare dall’altro e, anche, e soprattutto, l’abbandono da se stessa.
La protagonista, Arianna, nome che scopriamo solo a buona metà del romanzo, è una quarantenne che prende consapevolezza del suo essere viva quando mette al mondo Emanuele e che, come “genisole”, partecipa ad una sessione dei Genitori Soli Anonimi; è allora che decide di ripercorrere tutta la sua storia personale per capire chi è adesso e chi è stata, grazie a chi è o per colpa di chi è diventata Arianna, madre di Emanuele.
Emanuele la riporta alla vita da una vita vissuta a macchia di leopardo.
La narrazione corre a ritroso tra giugno 2018 e luglio 2008, tra Roma e l’isola dell’abbandono, appunto, ossia Naxos.
L’ultimo romanzo della Gamberale è incentrato sulla dicotomia tra IO e NOI.
Nonostante Stefano, l’uomo bambino con cui ha convissuto per ben 9 anni e che amava sebbene le togliesse rispetto e amore, Di, il surfista di Naxos che la ama solo perché lei è una malattia e “se non ti ammali così almeno una volta nella vita sei proprio un fallito”, Damiano, padre di suo figlio che proprio nel momento in cui chiude i ponti con il suo passato e diventa suo compagno di vita, tradisce la fiducia di Arianna e il loro amore, Arianna oscilla sempre tra l’essere “IO” nonostante tutti e “NOI” solo con suo figlio.
“Comincio a sospettare di aver considerato una malattia l’unica vera possibilità di bene che mi era capitato” dirà Di dieci anni dopo la loro storia. Arianna troverà le spalle di Di ad accoglierla nel suo viaggio a ritroso in se stessa e a rivelarle quanto amore può esserci in un contatto breve di due mani che si incontrano per passarsi il sale anche in rapporto ai nove anni di rinunce emotive passati con Stefano.
Il “NOI” viene raggiunto con Di in maniera inconsapevole e naturale così come il loro primo dialogo, tra un “Che colore ti piace?” e un “Il tuo piatto preferito?”.
La semplicità dei bambini con cui Di le si accosta travolge la donna avvezza solo a complessità emotive e nodi da districare.
In realtà Arianna non si percepisce “ IO” con nessuno ed è proprio per questo che le fa dire al Dott. Massimini
Vede, nel momento esatto in cui una persona diventa importante per me, io percepisco al sua provvisorietà, nel mondo e in relazione a me.
Forse, per questo accetta il suo ruolo di amante di Damiano e, quando lui si concede al loro amore, lo lascia.
Solo nel momento in cui Arianna capirà i suoi abissi riuscirà a sentirsi colma di sé e di amore.