Un anno fa ho pubblicato un post dal titolo “Buon 8 marzo – spunti per mimose militanti” dove parlavo di 8 marzo, condizione femminile e necessità di agire capillarmente, collettivamente, nella direzione di una società che azzeri le discriminazioni di genere. A oggi, è uno dei post più letti nella storia di questo blog, e già questo è un punto che fa riflettere.
Cosa è successo da allora
In questi 365 giorni sono successe delle cose su cui oggi vorrei riflettere insieme a te:
- la mia libreria ha cominciato a popolarsi di saggi sul femminismo, perché ho desiderato approfondire le questioni di genere con tutti gli strumenti possibili per poter opporre alle frasi fatte da individui di ogni sesso (da Avete voluto la parità, adesso di cosa vi lamentate? a Gli uomini non ci rispettano perché femministe sono sempre arrabbiate e così mettono in ridicolo tutte le donne)
- sono andata a due manifestazioni importanti (l’Europride di Vienna, mentre ero in vacanza lì, e il Toscana Pride di Pisa, dove mi sono recata apposta) perché dopo aver riflettuto molto sulla questione dell’appropriazione di tematiche delicate come questa (ti interessano davvero o ti basta entrare nel flusso degli hashtag “caldi”? Vai a vedere quanta fuffa si trova sotto hashtag come #bodypositive per capire cosa intendo), ho concluso che, se ci fosse da tracciare una linea di confine nella popolazione, il mio posto, in quanto donna, sarebbe nel gruppo di coloro che stanno ancora lottando per i propri diritti. Quindi è al Pride che dovevo essere
- ho approfondito la relazione tra femminismo e narrativa, andando a frugare nella nicchia (ormai nota anche al grande pubblico, ma che fatica!) della letteratura distopica per trarne riflessioni e, addirittura, un reading dal titolo “Ancelle, ornamenti, ragazze elettriche” (qui lo trovi descritto nel dettaglio, con tanto di lista di spunti di lettura) che dieci anni fa non solo non avrebbe attirato nessuno spettatore, ma anzi avrebbe fatto scappare tutti.
In breve, ho capito che tutta questa ricerca può dare frutti in molti modi, anche attraverso la sottoscritta: ecco che oggi nasce la categoria MIMOSE MILITANTI, dal titolo di quel post di un anno fa, che raccoglierà spunti sulle questioni di genere. Prevalentemente attraverso la letteratura, ma non solo. Non semplici consigli di lettura, ma spunti di riflessione più ampi.
E oggi cominciamo con un breve saggio (da leggere e da guardare) e due romanzi meravigliosi, che puoi anche ascoltare a mo’ di radiodramma.
Dovremmo essere tutti femministi, Chimamanda Ngozi Adichie (Einaudi)
L’autrice, nigeriana, classe 1977, ripercorre in questo agilissimo saggio tutte le tappe della sua militanza femminista, smontando i retaggi negativi del femminismo del secolo scorso (le femministe sono infelici, odiano gli uomini e i reggiseni, non si depilano e non si truccano, solo per citarne alcuni) e analizzando le condizioni di vita di una donna al giorno d’oggi. Lo fa con semplicità, offrendo spunti di riflessione a ogni riga, ed è per questo che il suo messaggio è arrivato forte e chiaro; il fatto che sia stato recepito e rielaborato da diverse artiste di tutto il mondo lo dimostra, facendo presupporre che ci sia stato un “prima” e un “dopo” Dovremmo essere tutti femministi.
Oggi questo testo rappresenta un buon punto di partenza per chi vuole iniziare un viaggio di scoperta in questa materia, e se vuoi cominciare in questo preciso istante a saperne di più, puoi guardare questo video, il talk durante il TEDxEuston del 2012 da cui è stato rielaborato il saggio stesso.
Festeggiamo insieme a Margaret Atwood?
Questa sera niente pizza con le amiche, niente assembramenti di nessun tipo (no, non abbiamo bisogno dell’8 marzo per poter uscire, ma in questo momento storico non si può in ogni caso e quindi magari puoi rimpiangere anche questa occasione mancata); per mettere a frutto questa serata di isolamento, ti suggerisco l’ascolto o la visione, alle 20.30, de I testamenti di Margaret Atwood. Si tratta di un’iniziativa di Rai Radio 3, che per ovviare alla chiusura dei luoghi d’arte, regala una diretta radiofonica e in streaming video sul sito e sulla pagina Facebook Radio3 Rai.
Loredana Lipperini, Viola Graziosi e Riccardo Amorese hanno lavorato all’adattamento radiofonico de I testamenti, l’atteso seguito de Il racconto dell’ancella, in modo da raccogliere le persone intorno allo stesso tema anche in tempi in cui non ci si può radunare fisicamente in un locale o in un teatro. La stessa operazione era stata fatta due anni fa nei confronti de Il racconto dell’ancella, e puoi recuperare a questo link la diretta di allora, mentre se clicchi qui ti trovi istantaneamente alla pagina che ti dice nel dettaglio come fare a gustarti lo spettacolo di stasera.
Magari la prossima volta ci soffermiamo proprio sulla potenza di queste due distopie nell’economia della letteratura femminista. Per adesso buon 8 marzo, anche a chi la mimosa proprio no…