Da Messina a Roma, anni fa, per costruirsi una vita, e adesso da Roma a Messina, per seguire i lavori presso la casa in cui ha vissuto e in cui la madre vive ancora. Sono passati 23 anni da quando il padre se n’è andato, una mattina come tante altre, senza più dare notizie di sé: Ida Liquidara adesso è un’adulta, è sposata, si guadagna da vivere inventando vite altrui per un programma radiofonico, e tutta la sua esistenza si è coagulata intorno alla ferita di quell’abbandono, intorno ai silenzi colmati a furia di parole dissimulatrici tra lei e la madre. Come una seduta di psicoterapia, il romanzo si apre con un problema ben definito (la fine del desiderio tra Ida e il marito), che rimarrà in secondo piano per buona parte della storia, intanto che scavando nel passato si riuscirà a trovare la radice di esso e di ognuno degli altri problemi del presente della protagonista.
Fare selezione tra i suoi vecchi oggetti per scegliere ciò che è da buttare e ciò che è da tenere prende per Ida il profilo di un esercizio spirituale. E se immagina di avere davanti la sé stessa tredicenne, di quando il padre se n’è andato, e un’altra sé stessa ventitreenne, nata quello stesso giorno, neanche questo basta a distoglierla dal dolore che ha permeato tutta la sua vita: tra insonnia, incubi e visioni, una vecchia e una nuova amicizia con pesi specifici del tutto diversi da come se li sarebbe aspettati e che le restituiscono finalmente la giusta misura di sé e della sua vicenda familiare, Ida Liquidara sfoglia fotografie e riempe sacchi neri, fino a conservare i pochi oggetti che le stanno davvero a cuore e arrivare a capire chi è davvero.
Ero la bambina nata da un uomo e una donna che si erano amati per giorni brevi, la custode della depressione di mio padre, la figlia rabbiosa di mia madre, la studentessa paziente e meritevole, la giovane donna spaventata. Ogni giorno imparavo a nascondere la vergogna e indossare la forza come i marinai, a comandare da un angolo come comandano le donne.
Una scrittura limpida, quella di Terranova, che con questo romanzo ci regala una riflessione che è bene tenere a mente sul dolore che ognuno di noi ha dentro, sebbene in misure e in forme diverse, e sulla possibilità di capire, cambiare prospettiva e rinascere che è data a ciascuno. Sebastiano Liquidara è sparito e nessuno sa dove sia finito. Non tornerà, ma torneranno cose buone per Ida, ora che ha imparato ad accoglierle?
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