Non mi ero mai concessa la possibilità di essere imperfetta. Per anni avevo nascosto le mie ferite, con l’unico risultato di vederle infettarsi di dolore, rassegnazione, e solitudine. […]
E forse era proprio questo il segreto. Si poteva scegliere di curare le proprie ferite riempiendole d’oro o rimanere a brancolare nel vuoto che creavano, rinunciando alla luce.
La scelta stava a me, dunque.
Solo a me.
Vittoria ha poco più di 20 anni, frequenta il corso di laurea in chimica, ha una vita agiata dato che la sua famiglia appartiene alla Roma medio alta: una villa con domestiche, cameriere e autista; una madre, Marianna, ingessata come gli abiti bon ton che indossa, anaffettiva, sprezzante e, sopratutto, una storia da ricordare e incollare.
La protagonista si destreggerà tra cene e feste con la borghesia romana insieme all’amica Carlotta, al suo ragazzo Marco e a Tancredi, catapecchie lungo fiume o nei vicoli di Roma insieme a Ion, lo studio della Dr.ssa Rosaria e attacchi di panico fino a rinsaldare tutte le crepe create sulla sua pelle dalla vita e a ricoprirle d’oro.
Un libro di una delicatezza disarmante dove contro a un mondo fatto di buio e assenza di respiro irrompe l’amore pieno dato dagli affetti più prossimi e dalla scoperta di quell’amore verso un’altra persona che ti fa sentire a casa.