Sondaggio: “E tu, di che orrore sei?”

Se ci seguite tramite la nostra newsletter o i social network lo sapete già: a metà ottobre ci siamo lanciati nel nostro primo sondaggio. D’altra parte, col remake di IT che si stava affacciando nelle sale italiane, Halloween che si stava avvicinando a grandi passi insieme al corso di approfondimento sull’horror, non ci si poteva aspettare un momento più calzante, non trovate?

orrore

Chiedevamo a tutti gli amanti del genere di condividere con noi il titolo del libro o film che ha causato loro gli incubi peggiori, oltre che naturalmente tutte le riflessioni e i ricordi legati all’horror in generale, possibilmente per ricarvarne qualche suggerimento per trascorrere una notte di Halloween da brivido. Ed ecco i commenti più interessanti.

Il click più rapido è stato quello di Michele, che poco dopo aver letto la newsletter ha risposto:

Sicuramente le apparizioni di BOB in Twin Peaks, le urla agghiaccianti di Laura
Palmer e tutto l’universo creato da David Lynch nella serie TV. Ho sognato killer
BOB per notti intere, svegliandomi di soprassalto, e devo dire che anche la terza

stagione appena conclusa qualche sogno disturbante me lo ha regalato.

Pare che non abbia avuto il benché minimo dubbio, ed effettivamente chi può dargli torto? D’altra parte tutti i coetanei miei e di Michele, all’epoca dell’uscita della serie in Italia, avevano all’incirca 10 anni, ed è risaputo che a quell’età più qualcosa rischia di terrorizzarci più lo andiamo a cercare con il lanternino; se invece avete evitato di vedere la serie e adesso avete voglia di recuperare la visione, o se volete fare un ripassino, il cofanetto con la collezione completa è quello che fa per voi. Io credo che mi terrò questa lacuna perché il fatto che sia diventato un cult non mi toglie dalla testa la sera in cui piombai in sala da pranzo mentre i miei stavano guardando un episodio e rimasi ipnotizzata dal nano, che non so ancora se fosse buono o cattivo ma che mi spaventò a morte e bastò a farmi passare la voglia di approfondire la conoscenza con Laura Palmer e soci.

Chi invece dall’orrore si è fatto sedurre senza possibilità di tornare indietro è stato Massimo:

L’ho letto da piccolo perché ho trovato il libro in casa. Un libro magnetico. A parte le scene tremende (quando l’ho letto avevo l’età della protagonista, e questo non faceva che aumentare la strizza!) ricordo ancora quante volte ho letto le parole OI ONOS ONUSSEN senza capire che cosa stessi leggendo, e il balzo che ho fatto quando finalmente ho capito. Ricordo persino dove mi trovavo, così come si fa per gli eventi che segnano la vita.
Con il film è andata meglio, ma solo perché quando l’ho visto ero più grandicello, perché neanche qui si scherza.

Ricordarsi esattamente dove eravamo nel momento in cui un evento ti segna la vita sembra valere, quindi, anche per i grossi spaventi che ci prendiamo a causa di un libro o di un film. Ma se ciò che ti ha spaventato ti viene a cercare, ad anni di distanza, come la prendi? Leggete cosa è capitato a Serena:

Quando avevo 11 anni mio cugino Giulio mi chiese se volevo vedere un film “fortissimo”. Giulio era più grande di me quel tanto che bastava a farmelo apparire come un dio, quindi accettai senza informarmi sul titolo del film. Era Hellraiser. Lui sapeva tutte le battute a memoria e nelle scene più spaventose mi spiava per vedere se chiudevo gli occhi. Io pregavo che il videoregistratore si inceppasse. Non successe. 94 minuti di terrore.
Una decina d’anni dopo, colpo di scena: parto per Londra con le amiche e troviamo alloggio in un ostello che aveva come tema i film dell’orrore più famosi della storia del cinema. E in quale stanza capito? In quella dove c’era la locandina di Helleraiser, mi pare ovvio!
Preghiere non accolte e tempismi perfetti per farci morire di paura: una collega mi ha raccontato questo aneddoto alla macchinetta del caffè, e ve lo riporto con parole mie, ma senza aggiungere niente perché la storia è già perfetta così:  una sera, ai tempi del liceo, Giovanna aveva casa libera e invitò un paio di amiche a mangiare una pizza e vedere Profondo Rosso di Dario Argento. Non trovarono il film particolarmente pauroso in sé, ma quando iniziò un temporale che le costrinse a interrompere la visione per andare a chiudere le finestre forse furono liete di potersi prendere qualche minuto di pausa dalla visione. Prima di premere di nuovo play ognuna ebbe qualcosa da sbrigare, così si sparpagliarono per tutte le stanze dell’appartamento di Sara: “Chiamo i miei, così se quando finiamo il film piove ancora mi faccio venire a prendere”, “Bimbe, prendo altre birre. Chi vuole ancora patatine?”, “Mi metto la giacca e mi affaccio al balcone per fumarmi una sigaretta”, “Faccio pipì e arrivo”. Fu così che quando un fulmine provocò un black out in tutto il quartiere ognuna di loro era sola in un angolo della casa. Non si seppe mai chi delle quattro emise quell’urlo straziante, ma i vicini dei genitori di Giovanna se lo ricordano ancora!
E sì, adesso è il mio turno. Io da quando ho visto IT, circa a 12 anni, non guardo più i lavandini delle vecchie case con gli stessi occhi. Ok la diffidenza per i clown (ho scoperto che è una fobia con un nome preciso, perlopiù impronunciabile), ma la scena che mi ha condizionata di più è questa. Rivedendola scopro che il mio ricordo non era del tutto esatto, perché il sangue che Beverly vede in bagno non esce dal rubinetto (sicuramente questa è la scena di un altro film!) ma che c’è una cosa che continua a spaventarmi come allora, un particolare che avevo ben impresso nella memoria: l’indifferenza del padre della bambina, perché specialmente nell’infanzia (ma purtroppo anche nell’età adulta) se ti rendi conto che sei solo ad affrontare un disagio, una difficoltà, una paura, tutto prende tinte ancora più cupe.

Ecco, questo era il mio ricordo. Non poteva che coincidere con uno dei romanzi che ho amato di più e letto più in fretta, in solo due giorni (e due notte) di un’estate di tanti anni fa, all’epoca delle scuole medie, dell’autore che più di tutti ho nel cuore.

E a voi cosa viene in mente se dico ORRORE? Siete ancora in tempo a partecipare al sondaggio rispondendo a questo post, così magari potete ispirare qualcuno di noi su cosa vedere la notte di Halloween.

Io credo che sottoporrò Massimo all’ennesima visione di Rocky Horror Picture Show, che di horror in effetti ha solo il nome, o di Frankenstein Junior, perché quest’anno ho più voglia di risate che di brividi, ma senza rinunciare al tocco goticheggiante e ai riferimenti letterari di queste due pellicole che hanno fatto la storia del cinema.

Qualsiasi cosa vedrete o leggerete, Happy Halloween e buoni brividi,
ma soprattutto non smettete mai di leggere, mi raccomando!

 

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